Lo scorso 7 luglio la Grecia è andata al voto. I risultati di queste elezioni politiche vedono nuovo premier Kyriakos Mitsotakis, leader del partito di centrodestra Nuova Democrazia che ha ottenuto il 39,8 % dei voti. Il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale greca gli permetterà di governare da solo. Il partito di Alexis Tsipras, premier uscente, ha ottenuto invece il 31,5 % dei voti, mentre gli altri partiti hanno ottenuto al di sotto del 10 % dei voti.
Perché la sconfitta di Tsipras?
La sconfitta del leader di Syriza, partito di sinistra, di certo è dipesa soprattutto dalle promesse mancate. Tsipras era diventato primo ministro vincendo le elezioni del 2015. Egli aveva promesso di opporsi all’austerity ed era a favore dell’uscita della Grecia dalla zona Euro. Niente di tutto questo è stato realizzato. A seguito delle elezioni del 2015, l’Europa ha imposto alla Grecia di adottare politiche di austerità per la sostenibilità del debito pubblico in modo tale da rispettare i parametri previsti dai trattati europei, soprattutto per quanto riguarda il rapporto debito/pil e il rapporto deficit/pil. Infatti, nel 2010 la Grecia era stata colpita dalla crisi dei debiti sovrani, lo spread era salito alle stelle e il debito in rapporto al pil era aumentato notevolmente.
Kyriakos Mitsotakis e il suo programma
Il nuovo premier è entrato in politica nel 2013, dopo aver conseguito la laurea a Stanford e Harvard e dopo aver lavorato come consulente per società finanziarie di spicco, quali Mc Kinsey e Chase Investment Bank a Londra. I principali obiettivi che Mitsotakis intende raggiungere in questi anni sono un consistente taglio delle tasse per le imprese e gli investitori e combattere la disoccupazione giovanile che già da alcuni anni è molto alta (in realtà non solo in Grecia).